giovedì 15 gennaio 2015

Le Avventure di Izzy Spoon - IV - Il Lungo Cammino della Vendetta - Parte II

Izzy Spoon: All'improvviso si ricordò di quel monile che indossava da così tanto tempo, di cui ormai aveva dimenticato l'esistenza. All'improvviso seppe cosa doveva fare: «Darin, più tardi ti spiegherò tutto, ma adesso tu devi fare esattamente quello che ti dico.» Poi cominciò a bisbigliare sottovoce con il nano. Quando ebbe finito tornò da Varak: «Nei miei viaggi ho visto un sacco di cose strane e bizzarre, e ho fatto molte cose di cui vado fiero. Credo che questo abbia un significato per te» e tirò fuori dalla cotta il Talismano dei Lupi del Sole.

Dungeon Master: Varak annuì «Certo che ne ha. Dice che tu non sei Izzy-di-nessuna-gente ma Izzy dei Lupi del Sole, fratello di sangue del capo-tribù. Se tu non parlassi così bene la nostra lingua potrei pensare che lo hai rubato, ma sono convinto che non sia così. Lascia che ti saluti come si conviene tra due membri di rango di tribù tra cui non vi è alcuna faida...» e così dicendo smontò abilmente da cavallo, porse la lancia al più vicino dei suoi uomini e disarmato si avvicinò rapidamente a Izzy e Darin. Quest'ultimo lo guardò con aria interdetta e poi spostò lo sguardo su Izzy con fare interrogativo, senza spostare la mano dall'arma.

Izzy Spoon: Izzy annuì tranquillamente a Darin, facendogli capire che andava tutto bene.

Dungeon Master: Il nomade gli mise di fronte quindi lo abbracciò e gli diede un rapido bacio prima sulla guancia sinistra e quindi sulla destra. Quindi si sciolse dall'abbraccio dandogli due pacche sul ciascuna spalla.
«Ora secondo l'uso dovremmo accamparci insieme a bere e passare la notte ad ammirare le stelle. Ma visto che abbiamo finito da un pezzo il kavass che ci portavamo dietro e che il cielo è coperto, cupo e non promette che pioggia, temo che dovremo accontentarci di aspettare l'alba in una delle caverne qui vicino... Sempre che tu non abbia particolarmente fretta o altre idee a riguardo...»


Pony dei Damma d'argento
«Per fare prima tu e il tuo compagno potreste montare due dei miei pony.
Anche se non credo che a lui farà piacere...» disse Varak indicando con
uno sguardo Darin. Il nano, che non capiva nulla di quello che si stava
progettando nello scambio verbale, guardava Izzy con crescente preoc-
cupazione. Izzy parve quasi divertito dalla faccia di Darin. «Ha chiesto se
ti va di cavalcare un pony», informò il nano. «Cavalcare un pon... Certo
che non mi va! E poi loro vanno nella direzione opposta alla nostra!»
Izzy Spoon: Izzy capì che a questo punto sarebbe stato oltremodo scorze rifiutare. Inoltre aveva un progetto particolare per quegli uomini. «Sarà un piacere e un onore per me», disse poi. «Ti prego di farci strada, conosci senz'altro meglio la zona.»

Dungeon Master: Varak sorrise soddisfatto, quindi rivolto al suo compagno a cui aveva lasciato la lancia disse: «Moruk quanto manca alle caverne dove pensavamo di accamparci al tramonto?»
Il nomade si guardò intorno per qualche momento come se cercasse un punto di riferimento poi rispose parlando lentamente: «Meno di due mani di tiri d'arco. In quella direzione ovviamente.» E indicò la via da cui Izzy e il suo compagno nano provenivano.
Varak annuì e domandò: «Spero non vi spiaccia tornare un poco indietro, vi assicuro che ne val bene la pena per trovare un buon posto in cui riposare all'asciutto...»

Izzy Spoon: Izzy decise di fidarsi: i nomadi sembravano sinceri. «No assolutamente: più confortevole sarà il riparo, più in fretta recupereremo le forze», rispose Izzy

Dungeon Master: «Per fare prima tu e il tuo compagno potreste montare due dei miei pony. Anche se non credo che a lui farà piacere...» disse Varak indicando con uno sguardo Darin. Il nano, che non capiva nulla di quello che si stava progettando nello scambio verbale, guardava Izzy con crescente preoccupazione.

Izzy Spoon: Izzy parve quasi divertito dalla faccia di Darin. «Ha chiesto se ti va di cavalcare un pony», informò il nano.

Dungeon Master: «Cavalcare un pon... Certo che non mi va! E poi loro vanno nella direzione opposta alla nostra!»

Izzy Spoon: «Ci offrono un riparo, del cibo e protezione. Questi uomini ed io siamo legati in un modo un po' complesso da spiegare, te ne parlerò domattina. Per ora ti chiedo solo di fidarti di me», rispose Izzy in modo risoluto.

Dungeon Master: «Mi fido di te.» il tono del nano esprimeva una tangibile lealtà. «Ma è proprio necessario che io monti sopra quell'animale?» chiese occhieggiando sospettoso uno dei pony privi di cavaliere.

Izzy Spoon: «Beh...», cominciò Izzy. «Puoi scegliere di correre se vuoi», poi rise scherzosamente.

Dungeon Master: Il nano tirò il fiato e lo guardò con gratitudine. «Correre andrà benissimo. Appena siete pronti basta che mi fai un segno e vi vengo dietro.»

Izzy Spoon: Izzy sgranò gli occhi, ma non aggiunse nulla: era troppo curioso di vedere se il nano riusciva a stare al passo. «Il mio compagno ama avere il terreno sotto ai piedi, Varak. Ci seguirà correndo», poi montò sul suo cavallo. Era emozionante cavalcare un altro essere vivente: Izzy poteva sentirlo respirare, e muoversi sotto di lui. Cerò di capire come controllarlo e scoprì che era abbastanza facile: l'animale rispondeva con tempismo e precisione alle redini.

Dungeon Master: Varak fece spallucce: «Non mi aspettavo qualcosa di diverso. I nani sono tutt'uno con la terra...» Poco dopo vedendo con quanta naturalezza Izzy era montato a cavallo aggiunse: «Tu invece sembri essere un buon cavaliere...» e lasciò il discorso in sospeso, come se fosse stato sul punto di chiedere qualcosa, ma lo avesse ritenuto inadeguato alla situazione, forse scortese per la loro etichetta.
Comunque di lì a poco si mossero, i nomadi non spinsero i pony al galoppo, ma il ritmo era di certo più sostenuto di quello di blanda marcia che Izzy riusciva a sopportare, senza avere alcun allenamento. Darin invece sembrava riuscire a stare loro dietro senza problemi.
In pochissimo tempo arrivarono al punto di cui aveva parlato Moruk. Izzy però non scorgeva alcuna caverna. Il nomade però si avvicinò ad un grande ammasso di rovi spinosi addossato alla parete e slacciata una corda di canapa dal fianco del suo pony la gettò in alto, facendola passare sopra uno spuntone di roccia che stava ad una dozzina di passi dal suolo e quando questa ricadde sul rovo la assicurò blandamente un'estremità alla pianta, mentre l'altra fu legata alla sua sella. Moruk spronò il suo pony e questo si mosse lentamente, sollevando con un certo sforzo l'intero rovo, dietro a cui si nascondeva l'accesso ad una caverna grande abbastanza per far passare comodamente un uomo. Un altro nomade scese e con la sua lancia spinse un po' verso destra il rovo appeso, mentre il Moruk faceva lentamente indietreggiare il pony in modo da farlo ridiscendere appena a lato dell'ingresso della caverna.
«Ecco il nostro riparo» disse Varak. Mentre uno dei nomadi feriti accendeva una torcia Moruk e l'altro incoccarono i loro archi e si prepararono a seguirlo nella caverna.
«Aspettiamo che diano un'occhiata prima di entrare tutti con leggerezza. In queste terre si deve essere sempre pronti a combattere, anche quando sembra che non ci siano pericoli in agguato...»
L'attesa non fu lunga. Poco dopo i tre nomadi uscirono incolumi e fecero segno a Varak che era tutto a posto. L'intero gruppo si spostò quindi all'interno della grotta, che era un unico ampio ambiente irregolare largo circa 20 passi dove era più ampio e una dozzina dove meno. In un angolo vi era una pozza d'acqua di circa tre passi di diametro, circondata da pietre. L'acqua sembrava gocciolare dal soffitto. Vicino alla pozza vi era un altro cerchio di pietre, più piccolo ma pieno di rovi secchi e sterco.
«Ecco qui!» disse Varak orgogliosamente. «Il nostro riparo. Prendete pure posto intorno al nostro focolare, che ora Moruk riporterà alla vita...»

In un angolo vi era una pozza d'acqua di circa tre passi di diametro,
circondata da pietre. L'acqua sembrava gocciolare dal soffitto.
Izzy Spoon: «Complimenti Varak: è davvero accogliente», poi prese posto attorno al piccolo falò spento. «Accomodati Darin. Sei stanco?», si informò Izzy.

Dungeon Master: Il nano scosse il capo. «A questo ritmo potrei marciare un'intera giornata. E' molto lontano dall'idea di correre di noi nani...»
Darin gli sorrise quindi aggiunse: «Bella tana che hanno questi nomadi, si vede che ci vanno parecchio avanti e indietro per la Via... Ma cosa intendi fare? Hanno qualcosa che ci interessa? Armi magari?»

Izzy Spoon: Izzy stava ascoltando per metà il nano, aveva già la mente in moto: «Voglio la loro forza, e la loro lealtà. Non sarà facile...», rispose in modo evasivo al nano.

Dungeon Master: Darin lo guardò con un’espressione indecifrabile. «Mi fido di te. Mi spiegherai domattina come hai detto, ora dimmi come posso esserti utile per quello che vuoi fare. Non capisco una parola di quello che vi dite...»

Izzy Spoon: «Qualcosa che puoi fare c'è: tieni gli occhi aperti. Mentre parlo con Varak non posso sorvegliare gli altri, riferiscimi ogni movimento sospetto. Sembrano uomini fidati, ma ne ho passate troppe nelle ultime settimane per non essere un po' diffidente.»

Dungeon Master: Darin annuì. «Mi sembrano piuttosto malandati, ma mi rendo conto che nemmeno io devo sembrare granché... Farò come dici.»
Moruk nel mentre aveva acceso il fuoco e l'ambiente si stava riscaldando rapidamente. Dei nomadi uno solo era rimasto di guardia nei pressi dell'ingresso. Gli altri si erano affollati attorno al fuoco. Uno di essi era ferito piuttosto seriamente ad una gamba oltre che al fianco ed ebbe bisogno di aiuto per smontare. Varak si mise a sedere vicino a lui.

Izzy Spoon: Anche Izzy si avvicinò: «Cosa gli è successo?», domandò a Varak.

Dungeon Master: «Si è ferito in battaglia. Uno scontro con gli orchetti. Vinto a duro prezzo, un prezzo non pagato dal quel maiale di mercante...» Izzy vide il nomade stringere la mano a pugno fino a far sbiancare le nocche.

Izzy Spoon: «Adesso pensiamo a curarlo. Purtroppo non sono molto esperto nella cura di ferite. Posso fare qualcosa?», chiese Izzy, facendo cenno anche a Darin di avvicinarsi.

Dungeon Master: «Abbiamo fatto già tutto quel che potevamo per curarlo - disse con aria un po' sprezzante un giovane nomade di cui Izzy non conosceva il nome - ora dobbiamo aspettare solo che guarisca. Le ferite non scompaiono come se niente fosse...»
Varak lo guardò in modo piuttosto critico. «Ogak è stato un apprendista del nostro sciamano per un po'. Il venerabile lo ha trovato troppo... diretto per seguire la via degli Spiriti. Ha medicato lui Tarad.»

Izzy Spoon: Izzy non disse nulla. Si rivolse a Darin: «Sembra che ci si presenti un'opportunità interessante, amico mio». Detto questo gli mostrò una strana pietra che aveva appena tirato fuori dallo zaino.

Dungeon Master: Darin lo guardò con aria stupita e quindi con tono quasi reverenziale chiese: «Dimmi di che si tratta e come ti posso aiutare...»
Izzy notò che anche Varak stava fissando la pietra con aria curiosa.

Izzy Spoon: «Questa pietra mi fu data da un... amico nano. Mi disse che era in grado di guarire quasi qualsiasi ferita. Purtroppo ne ignoro il funzionamento pratico, queste rune non mi dicono nulla. Aiutami a capire come funziona, potremmo guarire quest'uomo e ingraziarci di più questi nomadi.»

Dungeon Master: «Non ne ho mai viste che guariscano. Ma quelli della mia razza non sono dei bugiardi, e una volta ne ho vista una che ti faceva forte come un toro: per usarla dovevi immergerla in un boccale di birra e agitarlo un po' e poi berlo, non so se questa funziona allo stesso modo...»

Izzy Spoon: Nonostante il ragazzo avesse cercato di sondare le conoscenze di Darin, capì che forse il suo ruolo all'interno della comunità gli aveva precluso tali segreti. Peccato. Tuttavia Izzy si convinse sempre di più che il dono di Evver fosse incredibilmente prezioso se era sconosciuto a Darin. «D'accordo, proviamo. Se invece di fargliela bere la versassimo sulla ferita? Secondo te è logico?», azzardò Izzy.

Dungeon Master: Il nano ci rifletté per qualche momento con aria seria e quindi annuì con convinzione.

Izzy Spoon: Izzy annuì, poi si rivolse a Varak: «Posso aiutare il vostro uomo a guarire più in fretta, se me lo permettete», disse.

Dungeon Master: «Con quella pietra?» chiese a bruciapelo Varak. Izzy notò che anche gli altri tre nomadi intorno al fuoco, compreso Tarad, gli stavano prestando attenzione.

Izzy Spoon: «Esatto. E' intrisa di magia nanica, un oggetto che mi fu donato. Voglio usarlo per aiutarvi», proseguì Izzy con convinzione.


Pietra runica della ristorazione
«Sanguinerà!» protestò Ogak mentre Tarad allentava la
fasciatura. Entrambi però rimasero in silenzio mentre
Izzy versava l'acqua sulla ferita perché questa sfri-
-golò e il poco sangue e liquido che già aveva iniziato
a uscirvi fu lavato via e del taglio non rimase che una
striscia rossastra, come se fosse un taglio in via di
guarigione da almeno una settimana. Le facce che lo
circondavano erano la pantomima di meraviglia e stupore.
Salvo quella di Tarad dove leggeva anche gratitudine.
Dungeon Master: Varak lo guardò intensamente negli occhi per un momento come se volesse carpirgli maggiori informazioni con la sola forza del pensiero. «D'accordo...» Il 'però' sospeso era evidente ma il nomade non lo palesò verbalmente.

Izzy Spoon: «Grazie», disse. «Mi serve un recipiente abbastanza grande da contenere questa pietra, riempito d'acqua», disse a Varak.
Poi ridisse a Darin le stesse parole in modo che potesse capirle.

Dungeon Master: Varak guardò la pietra con aria critica, poi si mise a scavare nella sua sacca da sella. Darin invece prese l'elmo e lo riempì d'acqua nella pozza, porgendolo a Izzy.

Izzy Spoon: Izzy fece scivolare la pietra al suo interno e la agitò con celata noncuranza. «E' sufficiente?», chiese a Darin.

Dungeon Master: «Non ne ho idea. Spero di si, magari agitala un altro po' non potrà che rendere l'effetto più potente, no?»

Izzy Spoon: Izzy si chiese se Darin non sapesse veramente il funzionamento e la natura dell'oggetto magico. Agitò un altro po' e poi versò il contenuto dell'elmo sulla ferita dell'uomo, bloccando la pietra con un dito perché non cadesse.

Dungeon Master: «Sanguinerà!» protestò Ogak mentre Tarad allentava la fasciatura. Entrambi però rimasero in silenzio mentre Izzy versava l'acqua sulla ferita perché questa sfrigolò e il poco sangue e liquido che già aveva iniziato a uscirvi fu lavato via e del taglio non rimase che una striscia rossastra, come se fosse un taglio in via di guarigione da almeno una settimana. Le facce che lo circondavano erano la pantomima di meraviglia e stupore. Salvo quella di Tarad dove leggeva anche gratitudine.
«Come ti senti?» Chiese Varak al compagno: «La gamba non mi dà più alcun fastidio e anche il fianco mi fa molto meno male... E' un prodigio!» disse questi.
Varak guardò di nuovo intensamente Izzy. «Izzy dei Lupi del Sole, tu sei una continua fonte di sorprese. Percorri una via pericolosa insieme ad un solo altro compagno. Non sei della mia gente per nascita, ma parli la mia lingua come se lo fossi e sei fratello di sangue di capo-tribù di una tribù rispettata. Non sei un nano, ma essi ti tengono tanto in considerazione da donarti la loro magia. Anche il nano che è con te, ti tratta più come se fosse un tuo seguace o servitore che un tuo pari. Chi sei in realtà?»

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