sabato 26 maggio 2012

Il Ponte degli Assassini di Arturo Pérez-Reverte - Libri Fantasy n.9

DETTAGLI
Titolo: Il ponte degli Assassini
Titolo originale: El puente de los Asesinos
Autore: Arturo Pérez-Reverte
Anno: 2011
Editore: Marco Tropea

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SECONDA DI COPERTINA
La Napoli barocca del 1627, principale baluardo del re Filippo IV nel Mediterraneo, è un vero e proprio paradiso degli spagnoli: di stanza in Italia, il capitano Alatriste e il giovane Íñigo Balboa ne godono delizie e piaceri, ritemprando la salute e lo spirito. Ma un misterioso funzionario vestito di nero si presenta al capitano con una convocazione ufficiale, che non preannuncia nulla di buono. Sarà il poeta Francisco de Quevedo a illustrare al disilluso soldato la sua nuova missione, così rischiosa e difficile da apparire quasi un suicidio annunciato. Dopo alcuni abboccamenti a Roma e a Milano, un pugno di uomini dovrà raggiungere Venezia e assassinare il doge Giovanni Corner durante la messa di Natale, imponendo con la forza un nuovo governo, favorevole alla corona spagnola.
Dalla parte di Alatriste, oltre ai compagni di sempre – il veterano Sebastián Copons e il pericoloso moro Gurriato – ci sarà altra gente di spada e di silenzio: soldati in grado di affrontare le imprese più rischiose e di tenere la bocca chiusa anche sul cavalletto di tortura; una cortigiana bellissima e spietata, che sa di uomini e di mondo e che lo conquisterà con le sue grazie; e un compagno d’avventura del tutto inaspettato (e sgradito): il vecchio nemico Gualterio Malatesta, lo spietato assassino siciliano, con il quale il capitano dovrà stipulare una tregua (ovviamente temporanea) per scampare alle ombre della città lagunare.

DESCRIZIONE
Tornati a Napoli dopo la battaglia navale coi turchi alle Bocche di Iskendur, che per poco non era costata loro la vita, il capitano Alatriste e il suo ex-saccardo e figlioccio Íñigo cercano di sbarcare il lunario con un altro insoddisfacente imbarco, ma quando approdano nuovamente a Napoli trovano ad aspettarli un uomo in nero che condurrà il capitano a Piedigrotta dove, col tramite di un Don Francisco De Quevedo all'apice della sua notorietà, sarà coinvolto in un complotto ben remunerato, ordito dal Conte-Duca di Olivares, alle spese della Serenissima Repubblica di Venezia.
Quindi, dopo aver reclutato alcuni compagni capaci che lo affianchino nell'incamiciata volta ad assassinare il corrotto doge Cornero e farne eleggere uno più favorevole agli spagnoli, Alatriste, Íñigo e Quevedo si metteranno in viaggio attraversando buona parte dell Italia del 1600.
Faranno tappa prima a Roma e poi a Milano dove in diversi incontri sempre più dettagli del complotto saranno svelati. Alcuni di questi si riveleranno davvero inquietanti e imprevisti, facendo rispuntare fuori una vecchia e sgradita compagnia del capitano: nera, siciliana e fischiettante.
Ma se Íñigo si troverà a riflettere della pochezza della sua Madrid rispetto alle millenarie grandezze della città eterna ben altri sentimenti coverà per Venezia dove l'atmosfera opprimente e cospiratrice ben si sposa con gli ingannevoli piaceri di cui la città pare essere prodiga.
Nella città del mare Alatriste non avrà vita facile: sarà messo in mezzo a mercenari avidi e traditori, irascibili preti fanatici e inquisitivi agenti della Serenissima che rischieranno a più riprese di far saltare il complotto.

PRO
  • Nel viaggio di Alatriste e Íñigo l'autore dipinge in modo sapiente e vivido le maggiori città italiane del tempo: oltre Napoli, che era già stata presentato nel precedente Corsari di Levante, anche Roma, Milano e chiaramente soprattutto Venezia fanno meravigliosamente da sfondo alle passeggiate esplorative, alle missioni furtive e agli agguati di cui sono protagonisti o vittime il capitano e il giovane Bilboa.
    Bell'Italia, anche nel 1600: + 10
  • Perez-Reverte è Íñigo e quando serve Alatriste: la sua narrazione rende così bene e credibilmente i molti pensieri e le poche parole dei protagonisti, facendoli persone più che personaggi.
    Alatriste e Íñigo sono vivi: + 8
  • I personaggi di contorno sono molto curati: ciascuno ha un modo di fare, di agire e di porsi che si confà pienamente al suo ruolo nella società e alla posizione che questo riveste nei confronti dei protagonisti.
    Anche i personaggi secondari sono vivi e realistici: + 7
  • I protagonisti sono ingranaggi di un meccanismo più grande: l'autore riesce a farlo capire senza nuocere alla storia.
    I protagonisti non sono al centro del mondo ma solo della storia: + 3

CONTRO
  • Questo è il settimo romanzo della serie e l'autore si sofferma raramente a chiarire chi siano i personaggi ricorrenti e ciò può confondere un lettore che non abbia memoria o conoscenza dei volumi precedenti.
    Cominciare la serie da qui è sconsigliato: - 3
  • Il narratore talvolta sente la necessità di rivelare eventi futuri legati ai personaggi tanto principali (quindi egli stesso e Alatriste) quanto a quelli secondari (come Lopito De Vega). Questo toglie suspance alla storia e specialmente a scontri e duelli in quanto il lettore è consapevole che il protagonista non rischia effettivamente la vita.
    Didascalie e spoilerosi eventi spesso mortuari: - 5
  • Poca azione, abbastanza intrigo ma troppe confidenze tra nemici: personalmente ho trovato davvero troppe le occasioni in cui Malatesta si trova a dilungarsi in dialoghi coi protagonisti.
    Cattivo troppo loquace e poco mordace: - 3

PUNTEGGIO FINALE: + 17
Il ponte degli Assassini è un altro solido mattone della serie delle Avventure del Capitano Alatriste, con un acquerello straordinario e d'atmosfera delle città italiane del tempo.
La trama è ordita in modo davvero eccellente e dispiace solo un po' l'eccesso di intrigo e la sensazione di mancanza di protagonismo nella trama ordita (da altri) che i protagonisti sembrano avere.
Se il ruolo insolito di Malatesta può essere quel sale in più che arricchisce una minestra già ottima di suo la volontà di riproporlo in una gran quantità di incontri e dialoghi, spesso un po' ripetitivi, allunga troppo il brodo della sua presenza.
Sull'ambientazione c'è poco da aggiungere oltre quanto ho detto inizialmente: i protagonisti viaggiano, mangiano, dormono, vivono e amano nel loro mondo seiscentesco beneficiando (o soffrendo) tutto ciò che il loro tempo poteva offrire.
Non mi dilungo oltre anche perché esiste già un gioco di ruolo ispirato alle avventure del Capitano Alatriste, anche se, che io sappia, è disponibile solo in lingua spagnola.

SPUNTI CHE SARANNO CERTAMENTE TRATTATI
Professioni: Bandito di Strada, Donna Pubblica, Gondoliere, Contrabbandiere
Oggetti: Almarada, Puffer, Smagliatore, Schioppo, Undicimila

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